I limiti e le potenzialità di Facebook nel fare da megafono ai corretti comportamenti di prevenzione tumorale: ecco cosa attira la nostra attenzione e come si possono sfruttare i meccanismi inconsci per fare corretta informazione su cancro e salute. Precisione e autorevolezza dei contenuti, oltre alla mobilitazione in prima persona, fanno ancora la differenza. Come per qualunque argomento, anche per la salute e la lotta contro i tumori sui social si trova di tutto: dalle informazioni autorevoli e di qualità fino alle più strane teorie prive di fondamento. Ma in che misura le persone davvero si fidano di ciò che leggono in bacheca? Uno studio appena pubblicato e condotto negli Stati Uniti ha mostrato che, almeno per chi possiede un discreto grado di alfabetizzazione scientifica, le bufale sul cancro potrebbero essere destinate a vita breve. Sfruttando una tecnologia di analisi dei movimenti oculari (eye tracking) sulle decine di volontari che si sono sottoposti ai testi, gli scienziati hanno infatti stabilito che quasi la metà del tempo dedicato a un contenuto pubblicato su Facebook viene spesa per leggere e valutare da quale fonte provenga il messaggio, in modo da farsi un’idea della sua attendibilità prima ancora di leggere il contenuto. Viceversa, l’attenzione è scarsa nei confronti degli elementi decorativi, come l’eventuale presenza di immagini curiose o di altri distrattori. E in generale l’attenzione ai post collegati alla salute è maggiore rispetto a quelli d’altro genere, dal gossip all’informazione d’attualità. Solo buone notizie, quindi? Non proprio ...
|